Nel biennio 2022-2023, il 18% degli ultra 65enni in Italia, pari a 2,6 milioni di persone, ha dichiarato di aver rinunciato ad almeno una visita medica o a un esame diagnostico di cui avrebbe avuto bisogno nei 12 mesi precedenti l’intervista. Fra le ragioni principali della rinuncia le lunghe liste di attesa (55%), le difficoltà logistiche (13%) e i costi eccessivi delle prestazioni (10%). Lo ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, citando i dati della sorveglianza Passi d’Argento, in occasione della Giornata internazionale della copertura sanitaria universale che si celebra oggi. Quest’anno è dedicata alla protezione finanziaria finalizzata a evitare che le persone si impoveriscano a causa delle spese sanitarie.
L’importanza del legame tra status economico e salute è rimarcata dai dati Iss: chi rinuncia alle cure è in genere più frequentemente in una situazione di svantaggio economico (39% tra coloro che hanno dichiarato di arrivare a fine mese con molte difficoltà contro il 20% tra chi non ne ha). Inoltre, oltre la metà degli intervistati che non ha rinunciato a ciò di cui aveva bisogno ha fatto ricorso a prestazioni a pagamento: il 10% ricorrendo esclusivamente a strutture private e il 49% ricorrendovi alcune volte. Solo il 41% ha utilizzato esclusivamente il servizio pubblico.