01 agosto 2024 – “Gli stili di vita sono cruciali per spiegare il registrato aumento dei tumori nelle fasce di popolazione di età più giovane, aumento evidenziato dallo studio pubblicato da Lancet”. Lo sottolinea massimo Di Maio, presidente eletto dell’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM). “Sull’aumento dei tumori nelle fasce più giovani – afferma Di Maio – non sono ancora disponibili in Italia dei dati definitivi pubblicati, ma è un fronte sul quale stiamo lavorando insieme ai Registri Tumori. Possiamo però dire che nella pratica clinica molti oncologi stanno registrando casi di tumore tra i più giovani abbastanza frequentemente ed anche per neoplasie finora caratterizzate da una insorgenza in età più tarda”. Quanto alle cause di tale aumento dell’incidenza nei giovani, “non sono note con certezza – rileva Di Maio – tuttavia molti esperti concordano nell’ipotizzare che ciò non sia tanto dovuto ad un cambiamento delle condizioni genetiche quanto ad una diversa esposizione a fattori di rischio ambientali e comportamentali. Il tumore si manifesta infatti quando si accumulano una serie di ‘insulti’ e alterazioni sulle cellule; se gli stimoli esterni indirizzati alle cellule, che provocano insulti ed alterazioni, diventano più frequenti e ripetuti è infatti plausibile che ciò possa portare ad una insorgenza più precoce delle neoplasie”.
In particolare, lo studio fa riferimento ai tumori gastrici: “In realtà, questi sono in diminuzione negli ultimi anni. Il fatto che, in controtendenza, risultino con una frequenza aumentata tra i giovani, si potrebbe spiegare con l’ipotesi che a pesare siano sempre di più gli stili di vita ed un’alimentazione troppo spesso scorretta”. “Da un parte dunque – precisa l’oncologo – non dobbiamo sottovalutare tali dati, ma dall’altra non bisogna lanciare un messaggio di panico perché non siamo comunque di fronte ad una ‘epidemia’ di tumori giovanili. Il messaggio centrale da lanciare resta piuttosto quello relativo all’implementazione di stili di vita corretti e salutari, dal momento che questa quota di tumori in crescita tra i più giovani in larga parte potrebbe essere prevenibile proprio agendo sugli stili di vita, mentre non è dimostrato che sia legata ad una predisposizione genetica, almeno in una percentuale molto alta di casi”. Quindi, conclude Di Maio, “urgono più forti politiche di prevenzione, ma anche una maggiore presa di consapevolezza da parte dei singoli”.