Comunicare una diagnosi è sempre difficile, perché il paziente teme di provocare nei propri cari reazioni di pianto, paure e angoscia.

Proviamo a darci qualche parola chiave che ci guida in questa risposta.

DIRE LA VERITA’

È possibile, ma è fondamentale che ci ricordiamo che dire la verità è essenziale perché ciascun familiare, e tutta la famiglia nel suo insieme, possa costruirsi un modo nuovo di stare insieme mentre il proprio genitore affronta anche le cure oncologiche. Le modalità, la tempistica e le parole che verranno scelte, influenzeranno moltissimo la capacità dei figli di elaborare ed adattarsi a quanto sta accadendo. Istintivamente, a volte si può pensare che il silenzio possa proteggerli dal dolore, nell’illusione che non si accorgeranno di quanto sta accadendo. E allora, perché dire la verità? I bambini e i ragazzi avvertono emotivamente “il clima che si respira in casa”: hanno bisogno di capire e di spiegarsi come mai c’è tensione o preoccupazione, perché altrimenti sono portati a pensare di essere la causa di queste situazioni.

E’ quindi importante spiegare ciò che sta succedendo ai figli in modo comprensibile in base età, sensibilità e sviluppo cognitivo, fin dalla diagnosi della malattia.

La comunicazione di ciò che sta accadendo al genitore malato, specialmente in caso di chemioterapie e radioterapie, deve avere come obiettivo quello di preparare i propri figli ai possibili effetti collaterali che se si potrebbero manifestare.

ASCOLTARE E FARSI FARE DOMANDE

poiché i bambini sono spesso molto curiosi potranno avere tante domande e la necessità di conoscere il perché di quel che sta succedendo.

E’ quindi sempre opportuno parlare con loro apertamente e onestamente, senza bugie e rispondendo a tutte le domande e dubbi ogni volta in cui il figlio ritornerà sull’argomento.

La malattia può imporre dei nuovi ritmi a tutta la famiglia per cui occorre avere una maggiore flessibilità nel modificare la routine familiare, se opportuno.

Va posta attenzione anche ai tempi e ai bisogni dei figli, per non spaventarli con troppe informazioni quando non sono ancora pronti ad ascoltarle, e soprattutto è utile non fare delle promesse che non possono essere mantenute, altrimenti potrebbero vivere l’emozione del tradimento. Per tutto questo è sempre utile prendersi un tempo giusto, rispettoso dei bisogni, dei desideri e delle necessità proprie e altrui: ad una domanda si può rispondere anche il giorno dopo, rimandando con una fase del tipo: “Ti ringrazio di questa domanda che mi stai facendo sulle cure, è un discorso molto importante e voglio dedicarti un tempo giusto. Ti va se ci prendiamo domani mezz’ora insieme per parlarne con calma?”

LASCIARE SPAZIO ALLE EMOZIONI

La reazione emotiva ad informazioni legate alle malattie come il tumore spesso coinvolge emozioni di rabbia, di paura, di chiusura in se stessi. E’ importante dare valore ad ogni emozione, modulandola in modo efficace insieme.

DARSI ROUTINE

Stare insieme, ritagliarsi i momenti per rinforzare la fiducia e il legame affettivo con i figli è benefico per tutta la famiglia. Cercare di preservare le routine abituali aiuta ad affrontare un periodo anche di grandi cambiamenti, rassicurando che i cambiamenti fisici non corrispondono a quelli affettivi. Dire frasi come: “sei sempre importante per me”, aiuta a sentire i figli rassicurati.

CREARE UNA RETE DI AIUTI

Per affrontare un percorso di cure è sempre importante non sentirsi soli.

Ricordiamoci sempre che si può chiedere supporto al proprio oncologo e all’equipe curante, alle associazioni di volontariato, ai propri punti di riferimento in famiglia, a lavoro, tra gli amici.

Paolo Guiddi
Psiconcologo, Istituto Europeo di Oncologia