Ricevere una diagnosi oncologica porta con sé non soltanto dei cambiamenti a livello fisico, ma anche grandi cambiamenti a livello psicologico. Fare i conti con una malattia oncologica può rappresentare per la maggior parte delle persone uno shock emotivo intenso e tra le esperienze emotive comunemente vissute vi sono l’ansia e la paura.

La paura è una emozione che porta la persona a vivere uno stato di allerta di fronte a uno stimolo/situazione valutata come pericolosa. L’ansia, invece, è un vissuto emotivo anticipatorio e basato su valutazioni e previsioni svolte da una persona su un evento ipotetico, temuto, non presente e futuro.

E’ possibile che queste emozioni emergano di fronte a una diagnosi oncologica. Per alcuni l’ansia e la paura diminuiscono con il passare del tempo, mentre per altre persone questi vissuti emotivi perdurano per molto tempo, a volte anni, anche dopo la fine dei trattamenti. Questi vissuti emotivi possono anche essere così forti da limitare la capacità individuale di vivere la quotidianità. Per esempio, possono impedire alla persona di dormire adeguatamente, rispettare un raccomandato regime alimentare, adottare comportamenti non salutari, o anche influenzare la regolare aderenza alle visite oncologiche e di follow-up.

Ricercare informazioni chiare e attendibili sulla propria diagnosi e seguire le visite e i piani di follow-up consigliati sono azioni che possono aiutare la persona a conoscere al meglio la propria situazione clinica e monitorarla nel tempo. Può essere importante la vicinanza di famigliari e amici, per avere un aiuto giornaliero, un sostegno nella gestione delle attività e un supporto durante le visite. Quando queste emozioni invadono la quotidianità è però importante rivolgersi a uno psiconcologo per esplorare la natura di questo pesante bagaglio emotivo e capire come gestirlo al meglio.

Durosini Ilaria
Psiconcologa, Istituto Europeo di Oncologia, Università degli Studi di Milano