Approcciarsi al mondo della psiconcologia non è mai semplice.

Ci stiamo chiedendo di fare un bel salto nel vuoto, entrando in contatto anche con quelle emozioni meno conosciute. Il primo colloquio è spesso contornato da dubbi e domande: cosa dovrò dire? Cosa mi verrà chiesto? Difficile stabilirlo a priori!

La relazione con il proprio psico-oncologo è di per sé unica, caratterizzata dall’alleanza che si viene a creare. Detto questo, può essere importante portare se stessi e la propria storia in modo autentico. Come si vive la malattia, quali sono stati i principali episodi che ci hanno colpito, quali emozioni emergono se pensiamo ad alcuni momenti specifici del percorso. Allo stesso tempo, può essere utile condividere i vissuti di oggi, così come cosa proviamo pensando al futuro.

I pensieri e le emozioni possono essere tanti, talvolta creando una percezione di confusione. Benissimo, i primi colloqui sono dedicati anche a questo! A mettere ordine nel disordine, svuotando cassetti in cui, dentro di noi, si sta accumulando troppo, con il rischio di esplodere.
Per lo psico-oncologo è importante conoscere la nostra esperienza, in quanto unica e irripetibile, al fine di comprendere al meglio come co-costruire il percorso di supporto psico-oncologico insieme.

Valeria Sebri
Psiconcologa, Istituto Europeo di Oncologia