I rappresentanti dei clinici italiani hanno respinto la manovra economica del governo, considerata inadeguata per soddisfare le reali e urgenti esigenze del sistema sanitario italiano. La loro preoccupazione riguarda la scarsità di finanziamenti e risorse, che potrebbe mettere a rischio la qualità dell’assistenza sanitaria e la salute dei cittadini.
Il Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani (FoSSC), che riunisce 75 società scientifiche attive in Italia, boccia la Legge di Bilancio appena approvata dal Governo.
La manovra prevede uno stanziamento di 3 miliardi di euro di cui 2,3 saranno destinati al rinnovo dei contratti, ma l’entità degli aumenti contrattuali previsti non permetterà di frenare l’esodo dei medici neolaureati né i pre-pensionamenti di quelli già in servizio. Vi sono altri 600/700 milioni per lo smaltimento delle liste di attesa, ma buona parte di queste risorse verranno assegnate a strutture private accreditate. Si tratta dell’unico tetto di spesa che è stato modificato. “Gli altri, incluso quelle riguardante le nuove assunzioni di personale medico-infermieristico, non sono stati minimamente modificati – proseguono gli esperti dei Forum -. A nostro avviso intervenire sui tetti di spesa è l’unica modalità che abbiamo per agire sulle annose problematiche che affliggono il nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
Secondo i dati riportati da FoSSC, negli ospedali italiani mancano circa 30mila medici specialisti e almeno 50mila infermieri. Il nostro Paese è ancora fanalino di coda in Europa (22a posizione per numero di posti letto di degenza ordinaria (314x100mila abitanti vs una media europea di 537). La carenza di personale nei Pronto Soccorso e i tempi lunghissimi delle liste d’attesa continuano a essere grandissime problematiche. Queste sono state verosimilmente le cause principali della più elevata mortalità registrata in Italia durante la pandemia fra tutti i paesi dell’Europa occidentale. “I problemi del Servizio Sanitario Nazionale – sottolinea gli esperti FoSSC – non possono essere affrontati con provvedimenti spot o tampone, ma necessitano di una riforma del sistema che manca del tutto in questo piano di finanziamento”.
In Italia, il definanziamento della sanità è cresciuto negli anni ed attualmente la spesa sanitaria è solo al 6,6% del Pil. È previsto nel prossimo biennio che scenda al 6,1% contro l’11% della Germania, il 10% della Francia e il 9,3% del Regno Unito.
“Da troppo tempo nel nostro Paese risultano insufficienti le risorse destinate alla sanità mentre si autorizza l’innalzamento dei tetti alla spesa privata convenzionata. – continua FoSSC -. Se vogliamo continuare ad avere un servizio sanitario nazionale davvero universalistico è necessario ricominciare ad investire”.
Nel breve tempo, FoSSC si pone l’obiettivo di arrivare a svolgere un tavolo tecnico al Ministero della Salute per una riorganizzazione generale dell’assistenza ospedaliera e territoriale. Sarebbe un’ottima occasione di confronto e dialogo costruttivo tra decisori politici ed esperti clinici ospedalieri e universitari. Tuttavia, le riforme e il riassestamento hanno inevitabilmente dei costi e servono risorse economiche adeguate per salvare il Servizio Sanitario Nazionale che, come ha affermato più volte il Presidente Mattarella, è un patrimonio prezioso da difendere e adeguare.